sabato 24 gennaio 2009

PRIMO LEVI: Il tormento di un uomo

Levi Primo registrato col numero 174 517, Aushwitz (Polonia)- sopravvissuto.


Tutti noi conosciamo Primo Levi, uno degli scrittori piu variegati e importanti della letteratura Italiana, è stato appunto autore di poesie, memorie, racconti e romanzi.
Nato nel Luglio del 1919 da una famiglia di origini Ebraiche, è stato uno studente modello sino al 1943 quando trascorse 11 mesi di reclusione ad Aushwitz (Fu uno dei venti sopravvissuti fra i 650 ebrei che erano arrivati con lui al campo). Nel 1947 compose Se questo è un uomo, una delle più significative tra le sue opere che con toni amari e forti descrive la condizione del recluso in un campo di sterminio, nella poesia, Levi, mette il lettore nelle condizioni di riflettere su quello che è stato, di non dimenticare che, un tempo, gli ebrei venivano considerati meno importanti di un sassolino sul ciglio di una strada.
Lo stile letterario di Primo Levi, come emerge dalle sue maggiori opere, è uno stile di stampo realista-descrittivo. Si tratta infatti di una narrazione asciutta, sintetica ed esauriente quanto basta per comprendere i sentimenti e lo sfondo sociale dell'ambientazione dell'opera. Stile che ben si adatta al vasto pubblico a cui Levi intende rivolgersi, in special modo se si tratta di una tematica di estrema importanza come quella della prigionia del Lager.
L'11 aprile del 1987 Levi muore cadendo dalla tromba delle scale della sua casa di Torino, dando adito al sospetto che si trattasse di un suicidio, ricordiamo inoltre che visse nel tormento dopo la sua esperienza nei campi di concentramento.

4 commenti:

  1. Non dobbiamo dimenticare, ma neanche commettere gli stessi errori come la guerra, la fobia per i diversi in tutti i sensi,la prevaricazione sull'altro il ritenersi onnipotenti ed invece c'è nell'aria un'odore strano... Specialmente questo periodo da te in Sardegna!! Che ne dici..

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  2. Dark! Quando lessi Se questo è un uomo di Primo Levi non riuscivo proprio ad andare avanti per le lacrime che mi offuscavano la vista e la rabbia che mi avvolgeva.
    Il suo modo di raccontare le cose...è un libro intenso.
    Hai ragione non dobbiamo dimenticare, anche se ormai molti sembrano non pensarci più, o addirittura commettere gli stessi errori ripescando ideologie sbagliate e assurde.
    Sembra incredibile che nel 2009 dopo tutto quello che è stato ci sia ancora tanta ignoranza in giro.

    «Quando non si riesce a dimenticare, si prova a perdonare»

    un bacio

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  3. Ciao Sisifo e Crème! si avete ragione....a distanza di anni e anni da questi errori sembra proprio che la gente non sia cambiata un granchè!guardiamo cosa sta succedendo in medio oriente...tutti i civili (e sopratutto bambini) morti per delle ideologie assurdamente stupide...anche se in maniera differente dai campi di sterminio questi sono perfettamente definibili OMICIDI DI MASSA IMPERDONABILI! La Shoah di persè mi lascia ogni volta basito...ma come può un essere umano (se è definibile tale) commettere degli omicidi così premeditamente immani e malsani? che dio salvi quelle povere anime...e speriamo in un mondo migliore!

    grazie per esservi uniti! a presto

    DARK

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  4. Hai ragione..alle volte basterebbe guardarsi indietro per capire cosa ci sia davvero da fare, invece mi sembra che si abbia paura di affrontare il passato, di perdonare..e così la soluzione più semplice è la guerra.

    a presto!

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